Ci sarà un’altra guerra nel Caucaso? Si tratta di una questione scottante su più fronti, secondo Eric Walberg, nella prima delle due parti di un’analisi sullo spettro di un conflitto in questo critico crocevia.
Con il collasso dell’Unione Sovietica il mondo si era aspettato una nuova era di pace e disarmo. Ma cosa è accaduto? Anziché diminuire, la presenza americana e della NATO in tutta l’Europa, nel Golfo Persico, Afghanistan e Asia Centrale è rapidamente aumentata, e il mondo ha sperimentato una guerra dopo l’altra: nel Caucaso, in Jugoslavia, Iraq e in Afghanistan, una più violenta e orribile della precedente. E siamo ben lontani dal vedere la fine della barbarie scatenata dai jinni anti-comunisti.
Sebbene nell’ultimo millennio sia stato un luogo arretrato e di scarsa importanza, ora il Caucaso del sud è un campo di battaglia chiave, il “fondamentale crocevia strategico nella geopolitica del 21mo secolo”, ha scritto l’analista Rick Rozoff, il punto focale di ambiziosi progetti di transito dell’energia e un corridoio militare che passa dall’Europa occidentale all’Asia orientale, controllato (o non proprio “controllato”) da Washington e Bruxelles.